STORIA DEL GRUPPO SCARPONI

 

 
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LE RADICI  DELLA  FONDAZIONE

Genova e la Liguria sono da sempre un laboratorio sociale di notevole valore.

I liguri, tradizionalmente individualisti, hanno dato prova fino dagli albori della loro storia della capacità di integrarsi attraverso un associazionismo, che pur nell’unione delle persone ne rispettava profondamente le singole peculiarità.

Ricordiamo che la stessa conduzione della Serenissima Repubblica di S. Giorgio era effettuata in modo diverso che nelle altre realtà coeve.

Fenomeni come la creazione in epoca remota di una realtà quale la "Compagna " ne sono una chiara testimonianza.

Accanto all’associazionismo prettamente commerciale o protoindustriale prendeva campo vigorosamente quello che, partendo da motivazioni religiose quali le Casacce e gli Oratori, portava sempre più ad occuparsi del sociale.

Si giunse quindi alle Società di Mutuo Soccorso che nell’evoluzione storica del XIX e XX secolo poggiavano le loro basi non solo nella matrice cattolica ma anche in quella socialista e quindi laica, sempre più vigorosa.

Ma con l’evoluzione dei tempi si accresceva il convincimento che la cooperazione non dovesse solo occuparsi della soluzione dei problemi primari dell’uomo ma anche dei bisogni secondari dello stesso.

Ed in questo periodo inizia quella trasformazione che permette la nascita di associazioni che si occupano della sfera intellettuale, artistica e soprattutto sportiva.

Come in tutta la regione anche in Pontedecimo da sempre attiva comunità della Valpolcevera, con trascorsi di valore storico non indifferente già in epoca Romana quale tappa sulla Via Postumia, fervono in questo periodo gli aneliti associazionistici.

A fianco di realtà quali La Fratellanza ed il ben noto Oratorio ed altre ancora, le nuove pulsioni delle persone si concretizzano nella nascita di una realtà che nemmeno il più idealista dei suoi fondatori avrebbe potuto immaginare ancora viva ed attiva oggi, a cento anni dalla sua origine.

 

LA FONDAZIONE

Lo sport nel senso più puro e ricreativo era divenuto un fenomeno sempre più importante e portava un seme di coesione e di partecipazione.

Fu così che un gruppo di giovani, desiderosi di dare impulso alle attività sportive il 15 agosto 1907 creò un’Associazione, la quale, raggruppando tutte le iniziative operanti sul territorio potesse permetterne la crescita e la diffusione.

Presso la "Trattoria Gavi" nacque così l’"Unione Sportiva Pontedecimo" (U.S.P.) della quale facevano parte diversi settori: Ciclismo, Calcio, Bocciofila, Podismo, Rugby, Lotta ed Escursionismo. Fu creato un regolamento societario e formato un Consiglio al quale partecipavano due membri d’ogni sezione.

Il settore al quale si faceva capo, poiché anche allora come oggi era quello di maggior richiamo, era il Calcio, al quale ci si riferiva come "casa madre".

La Sede fu aperta in Via Ricreatorio dove i vari settori si riunivano a tempi alterni e tutti contribuivano alla copertura delle spese. Il primo Presidente fu il Cav. Dr. Severino.

IL GRUPPO SCARPONI

Stefano Molinari, Alpino in forza al Btg. Pieve di Teco con il grado di Caporale Maggiore, al termine del servizio militare svolto in un ambiente a lui così congeniale, propose ad alcuni amici di formare un Gruppo escursionistico. Ricordiamo fra i primi, come ricordato dal Socio Pino Robutti, Giovanni Baggini che fonderà nel 1932 la Scuola Calcio.

Stefano Molinari il fondatore

 

Ben presto si presentò l’esigenza di dare un nome al gruppo e selezionate le diverse proposte, si scelse quella formulata dal giovane Ettore Cotella, classe 1897. Ed ecco il "Gruppo Scarponi", la cui attività principale fu quella dell’escursionismo e di tutto quello che vi era correlato come l’organizzazione di campeggi ai monti e al mare, il podismo, le gare di corsa in montagna sia di forza sia di regolarità.

Le escursioni domenicali erano condotte in prevalenza sull’Appennino ligure e le comitive degli escursionisti erano viste dai compaesani e dai villici che allora abitavano le nostre montagne, come accolte di tipi stravaganti che raggiungevano per pura passione luoghi che per loro rappresentavano solo duro lavoro per una pura sopravvivenza fatta di privazioni.

Tutti i trasferimenti ai punti di partenza delle escursioni avvenivano con i mezzi pubblici o in pullman noleggiati.

Nel 1908, da febbraio ad ottobre, la Sede trovò alloggio provvisorio in Via Vittorio Emanuele presso la fabbrica di Zolfo.

Nel novembre 1908 fu inaugurata la terza Sede nella allora Via Garibaldi.

Dopo il primo anno d’attività, col concretarsi di lusinghieri successi ottenuti con le varie manifestazioni comprendenti anche veglioni danzanti e pranzi, furono programmate le prime gite sociali.

Nel mese di marzo del 1911 la Sede si trasferì per la quarta volta presso L’Osteria Davide. Nuovamente, alla fine dello stesso anno, avvenne il quinto cambio di Sede, in Piazza Regina Margherita, attuale piazza Pontedecimo, presso l’Osteria della "Bianca".

Nel mese d’ottobre del 1913, avvenne l’inaugurazione del Vessillo Sociale.

Il vessillo sociale del 1913

 

Il sesto trasloco della Sede avvenne tra il mese di marzo 1914 ed il mese di maggio 1915 a Candelo.

In questo periodo L’Europa dopo i fatti di Serajevo precipitò nell’orrore del primo conflitto mondiale, cui l’Italia partecipò dal 1915.

1915 – 1918 La Grande guerra

 

L’intensità del conflitto fu tale che coinvolse e bruciò milioni di giovani vite.

L’Italia per arginare le offensive Austrotedesche giunse a richiamare i giovani del 1899.

Le società sportive furono depauperate per ben quattro lunghi anni dei loro soci ed alla fine del conflitto purtroppo molti non fecero ritorno.

Fu richiamato alle armi anche il fondatore del nostro Gruppo, Stefano Molinari presso il suo Btg. Alpini Pieve di Teco.

Partecipò al corso allievi ufficiali e fu nominato Sottotenente.

Alla fine della guerra rimase di sua volontà nell’Esercito con i gradi di Capitano. Perì il 27 luglio 1931, al comando di un gruppo di Alpini sui monti di Brusson, travolto da una valanga.

Anche Ettore Cotella fu chiamato alle armi e dopo avere conseguito il brevetto di Marconista del Genio Trasmissioni fu aggregato alla 24ª batteria di montagna schierata nel settore della Marmolada.

Nel 1919, terminato il periodo bellico, Ettore Cotella ritornò a sviluppare il rinascente "Gruppo Scarponi" mettendo a disposizione il suo bagaglio tecnico acquisito con l’esperienza del trascorso servizio militare.

Dall’aprile 1919 sino ad aprile 1924, per la settima volta la Sede fu trasferita presso il Bar Biga.

Nel 1923 alcuni Soci degli Scarponi furono invitati alla tendopoli SUCAI (Scuola Universitaria Alpinismo del Cai) allestita nella zona delle Cinque Torri (Passo del Falzarego). L’invito fu fatto per la particolareggiata conoscenza della zona a seguito di oltre un anno ivi trascorso nel periodo bellico.

Sono del 1924 le prime foto "Documento" pervenute con i nomi dei partecipanti e delle località; è interessante notare come l’abbigliamento degli escursionisti fosse improntato ai criteri ritenuti allora di praticità ed efficienza e che trovavano riscontro nelle indicazioni contenute nella "Guida per escursioni nelle Alpi e Appennini Liguri" scritta da Giovanni Dellepiane (C.A.I. Sez. Ligure Genova, V ediz. 1924).

1926 – eleganza e stile


Una delle escursioni classiche era quella che prevedeva la salita al Monte Antola.

Per accedervi si giungeva in corriera a Busalla di sera e si proseguiva in notturna al chiaro delle lanterne a petrolio, ascendendo la vetta in tempo per godere dello spettacolo dell’alba.

Un’altra escursione classica era quella organizzata al 19 marzo festa di San Giuseppe.

Si partiva da Pontedecimo per la Gaiazza, Lencisa, Bric di Torbi, Pratorotondo, Prato d’Ermo, fino al Passo del Turchino per vedere il passaggio della classica ciclistica Milano – San Remo.

L’unica meta nelle nostre vicinanze d’interesse alpinistico era costituita dalle Rocche del Reopasso.

Nella catena dell’Antola si organizzavano gite di più giorni, anche di tre o quattro, per toccare le vette dei Monti Carmo, Alfeo, Legnà, Cavalmurone, Lesima ed Ebro, fino al Monte Giarolo e quindi scendere poi alla località di Pertuso dove transitava la corriera per Arquata Scrivia.

Dal mese di maggio 1924 al dicembre 1926 avvenne l’ottavo cambio di Sede presso il Bar Parodi.

Sono del 17 ottobre 1926, in una gita alle Capanne di Marcarolo, le prime foto con la partecipazione del gentil sesso.

1926 – un tocco di femminilità

Nel gennaio 1927 vi fu un altro cambio di Sede, il nono. Il Gruppo Scarponi trovò sede in Via Meirana (attuale via Pieve di Cadore) al "Giardino delle Rose" in alcuni locali utilizzati anche dalla "Sezione Calcio".

Nello spazio esterno c’era la sala ballo per le serate estive, ricevuta in gestione.

Dai verbali dell’epoca risultava Presidente dell’U.S.P. il Signor Costantino Fontanella e Vicepresidente il Signor Ettore Cotella.

 

1936 - Il libretto di risparmio del Gruppo Scarponi

Purtroppo a causa delle leggi promulgate dal Regime Fascista nel 1936 per la regolamentazione delle associazioni, si ebbe una profonda disgregazione nell’"Unione Sportiva Pontedecimo"e si fermarono quasi tutte le attività sportive a causa di un’imposizione che obbligava a mutare il nome dell’associazione in "Polisportiva Valpolcevera".

 

1939 – in verticale si legge polisportiva Valpolcevera

Questo periodo durò sino al 1941. Molti soci che non gradivano il Regime formalizzarono le dimissioni e tra questi anche Ettore Cotella che da diversi anni era Vicepresidente dell’U.S.P..

In quel periodo si fece molto onore la "Ciclistica" con l’organizzazione del Giro dell’Appennino.

Già nel 1939, c’era il sentore che il nostro governo si preparasse all’entrata in guerra, evento che purtroppo avvenne nel 1940. Con la chiamata alle armi dei giovani, le Società Sportive si resero quasi inoperanti sino al termine del conflitto.

Il Gruppo Scarponi rimase però sempre attivo nonostante la guerra, praticando meno gite e maggiore attività in Sede.

Vale ricordare che in quelle condizioni operative per il Gruppo Scarponi le difficoltà d’organizzazione furono sempre più pesanti. La carica di Presidente passava da un Socio all’altro con molta frequenza.

Prima dell’inizio della guerra, nel 1940, uno di questi fu Renato Graglia, che si incaricò anche del compito di gestire il Rifugio nella località Piani di Praglia, avuto in gestione dal Signor Sanguineti.

Questa gestione diede comunque la possibilità al Gruppo Scarponi di ravvivare l’attività sociale in tale località, rendendola meta di soggiorni estivi e invernali, approfittando del fatto che la Società "La Fiorente" di Campomorone, che gestiva nei giorni feriali la "corriera" per i lavoratori fino a San Martino di Paravanico, nei giorni festivi prolungava il servizio da Pontedecimo fino ai Piani di Praglia.

La situazione mutò dopo l’8 settembre 1943, infatti, con l’intensificarsi della guerra partigiana la montagna diventò off limits, poiché era ormai scenario consueto di eventi bellici sempre più cruenti.

Per chi avesse voluto recarsi in montagna il pericolo di essere identificato come partigiano dalle forze nazifasciste sarebbe stato reale.

I luoghi dove ora noi svolgiamo la nostra attività erano delimitati e segnalati con "ACHTUNG BANDITEN".

 

Fotogramma tratto dal film Achtung Banditi di Lizzani

Con il termine degli eventi bellici chiusero purtroppo anche due Sezioni: quella del Rugby e la Bocciofila. L’Unione Sportiva Pontedecimo sfiorò lo sgretolamento; rimasero sotto lo stesso Vessillo le società di Calcio, Ciclismo ed il Gruppo Scarponi. Nel 1946, con la costituzione della Repubblica Italiana, tutte le attività ripresero con entusiasmo e forte spirito di collaborazione. Fu subito messa in calendario la classica escursione e raduno ai Piani di Praglia, facendo diventare questa località la zona principale delle attività; il Presidente era l’ing. Gildo Soffientini.

Dall’avvento della Repubblica la storia del gruppo Scarponi trova un prezioso contributo dai verbali redatti a consuntivo delle riunioni di consiglio direttivo.

Il libro

     U.S.P.  GRUPPO SCARPONI  1907 - 2007

"CENTO ANNI DI STORIA" 

a cura di Fulvio Massobrio

(stampato in occasione della celebrazione del Centenario)

L’idea iniziale era quella di raggruppare per argomenti, in appositi capitoli quasi a romanzarla la storia degli Scarponi. Un lavoro di grande impegno ma di dubbia riuscita. Pensiamo che la trascrizione dei verbali possa descrivere meglio quello che fu l’andamento del gruppo negli ultimi 60 anni in cui a momenti di grande entusiasmo seguirono momenti di depressione, si passò da grande impegno a latitanza; dall’orgoglio allo scoramento. Come in tutte le famiglie, si sono vissuti quindi gli alti e i bassi ma l’essere giunti al traguardo dei cento anni assicura che sono stati di più i primi che i secondi.

Non si sottovaluta poi, che questo modo di procedere nella narrazione della nostra storia possa donare la simpatica possibilità per tutti i nostri soci di riconoscere se stessi ed i vecchi soci e ricordare quelli che ci hanno preceduti in quella escursione verso la misteriosa meta che è il termine della nostra vita.

Quindi si consiglia il lettore di accostarsi alla lettura dei verbali con semplicità di intenti, pronto a perdonare la povertà del linguaggio e della sintassi ed il contenuto scarno, spesso a stento essenziale.

Così, leggendo questi piccoli resoconti di vita associativa potrà apprezzare i mutamenti di costume che l’avanzare del tempo impone ed i piccoli drammi e conflitti che ne sorgono, ma può constatare con gioia che rimangono immutati i sentimenti di amicizia, l’amore per la montagna, l’orgoglio di appartenere ad una associazione che ancora rispetta quegli ideali che permettono di essere un unicum di personalità diverse sì, ma complementari.

 

 Il libro è disponibile presso la sede del gruppo in Via Isocorte 13 Ge. Pontedecimo